Luigi BRACCHI (Tirano, Sondrio 1892 – Milano 1978)
Nato a Tirano, in provincia di Sondrio, nel 1892, Bracchi si trasferisce a vent’anni a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera e lo studio del bresciano Giuseppe Ronchi. Coltiva la pittura di paesaggio e di figura, utilizzando diverse tecniche (olio, tempera, pastello, encausto). Nel vivace ambiente artistico milanese degli anni Trenta diviene amico e assiduo frequentatore di personalità di primo piano come Aldo Carpi, Carlo Carrà, Achille Funi, Pietro Annigoni e Alberto Savinio. È anche scultore e giornalista, collaborando come corrispondente al periodico “Le peintre” di Parigi. Già nel 1934 Edoardo Persico lo segnalava per l’«esemplare modernità». In seguito, negli anni Cinquanta, anche Leonardo Borgese ed Enrico Somarè ne avrebbero riconosciuto e apprezzato le doti artistiche. Partecipa a numerose mostre, soprattutto italiane. Sposa la pittrice e scultrice futurista Regina Bracchi Cassolo.
Bracchi non avverte quell’ansia di novità e quel bisogno di nuovi linguaggi che fu comune a molti artisti della sua generazione. I suoi paesaggi alpini, ma soprattutto le sue marine e i suoi ritratti, si mantengono sempre entro un misurato realismo che concede poco alle correnti artistiche contemporanee, riuscendo ugualmente a esprimere una propria, sobria modernità. “Le soluzioni decorative della pittura contemporanea lo attirano – scrisse Somaré nel 1952 – ma la pianta dell’arte astratta non cresce nella sua mente. Il compito di astrarre lo affida al vero. Egli desidera assolvere quello di dipingerlo bene. I suoi dipinti sono di bucato, disegnati limpidamente, vestiti di tempera serica, stillanti di colore, sorridono”.
Bracchi muore a Milano nel 1978.