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PITTRICI RUSSE DELL’ERA SOVIETICA
28 Settembre 2018 @ 00:00
Un omaggio alle pittrici delle Scuole di Mosca e San Pietroburgo del secondo dopoguerra, la cui formazione e carriera artistica hanno avuto luogo interamente nell’Era sovietica. In mostra le opere di Marina Uspenskaya (Mosca, 1925 – 2007), Nadezhda Vorobieva (Mosca, 1924 – 2011), Klara Vlasova (Mosca, 1926), Maya Kopitzeva (Gagra, Georgia, 1924 – San Pietroburgo, 2005) e Olga Bogaevskaja (San Pietroburgo, 1916 – 2000).
Le tre moscovite, coetanee, frequentano l’Istituto Surikov, ma prendono subito strade diverse. In particolare Marina Uspenskaya, artista versatile, frequenta il dipartimento di grafica e il disegno si rivelerà la sua grande passione. Nel corso della sua lunga carriera, infatti, ha realizzato illustrazioni per circa 200 libri per l’infanzia pubblicati in Unione Sovietica e all’estero. Usa sapientemente l’acquerello, la china e la tempera per trasferire sulla carta, con un tocco abile e preciso, istantanee di vita quotidiana legate al mondo dei bambini. Alcune delle opere esposte sono piccoli studi dai toni delicati per libri illustrati che, nell’effervescente freschezza dei soggetti (giochi d’infanzia, bambini che confabulano, ecc.), rivelano grandi competenze tecniche al servizio della resa espressiva. La creatività della Uspenskaya spazia anche in altri soggetti, tra cui originali tempere di colorate vedute metropolitane e di giovani bagnanti. Anche gli oli di Nadezhda Vorobieva si distinguono per la rasserenante semplicità di ciò che ritraggono, dall’intenso ritratto di una bambina a una scena di genere, così come le briose lezioni di pattinaggio dipinte da Klara Vlasova.
La Scuola di San Pietroburgo è rappresentata da due delle sue principali esponenti, le cui diverse personalità ed esperienze formative approdano ad una produzione artistica di grande livello. Maya Kopitzeva, brillante colorista post impressionista, realizza nature morte paradossalmente “vivissime”, perché non rientrano nelle anguste cornici del genere. Mai sceniche, ma potenti pittoricamente e poeticamente, suscitano, nonostante il rigore compositivo celato dietro un’apparente casualità, impressioni sensoriali di particolare vitalità. Lo spettatore rimane colpito dall’originalità complessiva della composizione e dagli accostamenti di colori decisi, rafforzati da spesse pennellate dinamiche. Più pacata, Olga Bogaevskaja individua il proprio ideale estetico nella poesia del quotidiano. È abile e sicura in tutte le tecniche pittoriche: gli acquerelli, dotati di trasparenze e sfumature evocative; i pastelli, paesaggi e interni, e poi gli oli, risolti da una pennellata sintetica, con un colore intessuto di luce e una meditata definizione delle immagini.