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LUISA ALBERT
10 Maggio 2019 @ 00:00
La Galleria Pirra è lieta di ospitare, per la prima volta, una personale di Luisa Albert.
Torinese, erede di una grande scuola, è stata allieva di Ottavio Mazzonis, suo continuo e prezioso punto di riferimento, grazie al cui insegnamento non ha perduto il legame con la tradizione, assimilata, rielaborata e trasferita nel presente.
Orgogliosa di essere un’artigiana della pittura prima ancora che un’artista, intesa secondo gli stereotipi dei giorni nostri, e di aver imparato quel “mestiere” che il suo Maestro considerava metro indispensabile di valutazione per scongiurare mediocrità e mistificazione, la pittura di Luisa Albert è definita da Vittorio Sgarbi «una pittura educata, ma versata nell’intimità, nella introspezione». In particolare, carichi di intimità, quasi di raccoglimento, sono i suoi interni domestici dall’atmosfera densa e sospesa, intrisi di vita nonostante la presenza umana non sia visibile, ma solo intuibile. Salotti accoglienti in cui luce e ombra comunicano sapientemente, letti disfatti, nicchie fitte di oggetti che le animano, ambienti che segnalano il passaggio di chi li abita e raccontano storie che la pittrice lascia libero lo spettatore d’interpretare. Le sue nature morte, invece, sono armoniose e raffinate composizioni dal perfetto equilibrio; in esse tutto è bilanciato, tutto è essenziale, nulla è superfluo: gli oggetti, le luci, i colori, gli spazi, come su un palco, vanno in scena senza “teatralità”, anche nelle tele in cui si possono cogliere rimandi alle vanitas. Interprete di una figurazione tradizionale non “accademica”, perché la franchezza esecutiva è uno dei suoi tratti distintivi, in mostra non mancano i suoi apprezzati ritratti.
Ma le parole più esaurienti sulla pittura di Luisa Albert sono quelle dell’artista stessa: “Non cercate nei miei quadri significati celati contro la guerra o la crisi esistenziale dell’epoca moderna. Cercate il puro gesto del piacere nel Fare, cercate lo sgomento di fronte a ciò che esiste che a volte è così bello da volerlo possedere. Forse tutta questa smania di novità, ci ha fatto dimenticare che è importante l’apprezzare senza vergogna un quadro che si possa chiamare tale”.
La mostra è prorogata sino al 15 giugno 2019.