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DONNE
30 Maggio 2014 @ 00:00
La mostra si articola in una selezione di opere di artisti francesi, italiani e russi il cui filo conduttore è la figura femminile. Questo percorso iconografico consente una riflessione tra le differenze di approccio ad un soggetto che, per il pittore, è il simbolo in assoluto della figurazione, l’archetipo della dimensione umana.
Accanto ad artisti per i quali la donna è soprattutto figura al femminile, la forma madre per eccellenza in cui si coniugano perfettamente segno e contenuto, troviamo i post-impressionisti russi, che difficilmente concepiscono la figura femminile isolata da un ambito narrativo e la inseriscono nel quotidiano domestico o in un contesto di lavoro, sottolineandone la dolcezza o la solidità. Esempi dei primi artisti sono le donne intimiste e pensose, quasi drammatiche del fiorentino Enzo Faraoni (1920), quelle languide di Giulio Da Milano (1895-1990) e quelle intense e fiere di Edgardo Corbelli (1918-1989), che della donna ha fatto il punto focale del suo linguaggio espressivo. Ben rappresentative dei secondi sono, invece, le opere di Gleb Savinov (1915-2000), ad esempio La donna russa del 1958, di Boris Lavrenko (1920-2001) e di Georgij Moroz (1937). Russo, ma di una generazione cronologicamente e culturalmente distante dai suoi colleghi, è Igor Smekalov (1965), le cui donne acerbe sembrano evitare lo sguardo dello spettatore, chiuse in un apparentemente malinconico e consapevole isolamento.
In mostra anche il francese Marcel Rieder (1862-1942), con una romantica scena notturna, la canadese Kate Reinecken (1895-1956) con un dolcissimo ritratto di ragazza in un campo di fiori e un’opera di scuola nordica di fine Ottocento, che ritrae una donna mentre cuce, in un interno domestico borghese ricco di dettagli.